NEBULOSA: Acquerello su carta 50cmx70cm 2012

EUGENIO TAGLIAVIA
Parafrasando Katsushika Hokusai (1760-1849) che si firmava “il vecchio pazzo per la pittura” di Eugenio Tagliavia (nato nel 1987) si potrebbe dire “il giovane pazzo per la pittura” e l’iperbole non sarebbe esagerata, tanto codesto pittore mi è apparso invasato di pittura quando l’ho conosciuto nel suo soggiorno a Castelnuovo di Porto, nei dintorni di Roma. E non mi sembra che la sua attitudine sia mutata di un ette, a giudicare dalla sventagliata di dipinti che offre alla nostra considerazione. 
Si tratta di un fare furibondo, ma temperato da una ratio logica che dispone le immagini entro uno schema geometrico rigoroso, di modo che gli appezzamenti di forme e di colori si agitano entro fasce, triangoli, diagonali e infine un cerchio onnicomprensivo che costituisce un argine a tanta fluttuazione di vitalità pittorica. 
Certo, quasi tutti possiamo vederci le estreme propaggini dell’insorgenza futurista, del primo Balla, di Boccioni, ma Tagliavia non è uno stanco epigono, un ripetitore ossessivo di modi altrui. Egli possiede una propria cifra stilistica per cui gli echi del dinamismo boccioniano sono rigenerati in un’autonoma visione di materia organica che pulsa e richiama alla memoria una ricca congerie di esperienze artistiche, ma tutte stravolte: per esempio la disposizione a zone giustapposte e in esse l’alternanza di colori caldi e di colori freddi deriva culturalmente da Kandinskij, ma è indipendente sul piano dello stile; possono venirci a mente le suggestioni di organismi viventi visionari com’erano pensati da Arp o da Mirò, i cerchi dinamici astrattizzanti di Robert Dalaunay, ma ad una considerazione rigorosa ne misuriamo la differenza e la distanza. Il tutto imprigionato e ridotto a regola da schemi geometrici inflessibili, anche quando l’immagine si espande come un’onda d’urto, intenzionata ad infrangere il perbenismo della raffigurazione conchiusa e ben perimetrata . Per parallelismo mi vien da pensare a Baruch Spinoza, il quale descriveva le riottose e tumultuose passioni umane avendole regolate “more geometrico”.
Se ci fermassimo a questo, saremmo in presenza di un programma, di un’idea di pittura che può essere espressa bene o male, ma che non ci dice nulla della tenuta e della qualità della produzione di Tagliavia considerata nel suo divenire. Poi, però ci sono le opere concrete con i loro nuclei di colori accesi, quasi fiammeggianti, perimetrati e irregimentati entro zone di colori fondi, assorbenti e tendenti allo spegnimento del tono. Il ricorso alla natura come costituzione d’oggetto è sempre sul punto di rivelarsi nella sua esplicitezza e non c’è dubbio che il punto di partenza ideale di Tagliavia sia materia organica: foglie, onde, fiamme guizzanti o altri corpi che si accumulano, cozzano, si affastellano e poi si risolvono in puro ritmo denso e difficilmente penetrabile. I dipinti di Tagliavia partono da una suggestione naturalistica per approdare ad una metafora allusiva alla natura senza rappresentarla esplicitamente, con lui si va dalla natura alla pittura espressa in ritmi, coaguli, affastellamenti, evocazioni.
Nell’acquarello dal titolo dirottante di Nebulosa, c’è una materia verde in decomposizione, che si dilata, sfarina, liquefa sotto i nostri occhi, ma regolamentata entro un’appena percepibile griglia geometrica di triangoli che si decompongono assieme al loro contenuto. E’ un acquarello bellissimo che dà la misura delle potenzialità di Tagliavia e che taglia corto con il molesto pensiero dell’epigono. Non di rado il pittore riesce a dissimulare data e firma entro il corpo della pittura, facendoli diventare piccola parcella del ritmo e del respiro generale dell’immagine.
Alla fine, ripeto, il risultato è dalla natura alla pittura, con un pronunciato horror vacui che satura la retina dello spettatore, ma non diventa mai petulante e roboante, purché il pittore obbedisca all’accorgimento di esporre sempre pochi dipinti per volta, che danno una nozione di varietà senza pervenire alla sazietà e generare invadenza. 
Enzo Bilardello
8 giugno 2019

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